





Idroscalo quale futuro?
Per il «mare» dei milanesi, inaugurato nel lontano 28 ottobre 1930, sono giorni molto difficili. Il rischio default finanziario, infatti, è sempre dietro l’angolo. Quando lo scorso anno la legge Delrio ha staccato la spina alle Province, in questo momento il rischio chiusura appare molto concreto.

Il buco non è cosa da poco: la gestione ordinaria prosciuga ogni anno 2,452 milioni (di cui 2,138 per le spese correnti), ma nel 2015 la Città Metropolitana ha avuto a disposizione appena 1 milione e 56 mila euro (erano 1,4 nel 2014). All’appello, infatti, mancano un milione e mezzo all’anno, e se l’Idroscalo non ha chiuso, è solo per merito dei salti mortali fatti dalla struttura di controllo della CM. Il «mare» è in crisi nera e i segnali sono evidenti per tutti a cominciare dal crescente degrado che sta prendendo il sopravvento: la cura del verde, l’acqua, la questione sicurezza e fino a garantire i servizi minimi essenziali. I cartelli «Sos cercarsi volontari del verde», infatti, sono la testimonianza più diretta del tunnel senza luce intrapreso dall’Idroscalo.

Inoltre, essendo il budget ridotto al minimo, è anche capitato che i cancelli siano stati chiusi alle 20 nonostante all’interno del bacino gli atleti si stessero ancora allenando. La scorsa estate, ad esempio, solo l’intervento “miracoloso” della Federazione Canoa, durante i Mondiali, con il noleggio della macchina taglia alghe, ha evitato il peggio. Proprio quest’ultima si sta muovendo per salvare il bacino meneghino.

Il piano, infatti, prevede l’organizzazione di grandi eventi internazionali e nazionali, in modo da tenere l’Idroscalo sotto i riflettori, ed evitare così che venga abbandonato e muoia. Il primo segnale è stato lanciato con l’ipotesi di ospitare diverse manifestazioni come le gare di Coppa del Mondo nel 2017, Mondiali di canoa e canottaggio, i campionati italiani del canottaggio, che torneranno sotto la Madonnina nel 2017, oltre alla conferma dei Nazionali di canoa. Il Coni si è attivato in prima persona per salvare il gioiello di Milano, ma la politica, per ora, sembra latitare.

«Il Comune di Milano da solo non può farcela – ha ricordato a più riprese Chiara Bisconti, assessore allo Sport -. La soluzione può essere una sinergia con il Coni».
I rischi rimangono e, inoltre, alla finestra comincia a delinearsi un’ipotesi di speculazione: un gruppo di privati, infatti, starebbe aspettando solo il «collasso» finale, per poi poter mettere le mani sull’Idroscalo.

Photo Credits: Fb ufficiale Idroscalo
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