





Gli indizi non mentono mai. Giorgia Gregorio, a soli 19 anni, ha le stigmate della predestinata. Nel 2009, con soli 12 anni, conquista il titolo di campionessa del mondo Girls. Giorgia si ripeterà ancora nel 2011 e nel 2013. Inoltre nel 2012, a 15 anni, e nel 2013, a 16 anni, ottiene il bronzo ai Campionati di Europa e Africa gareggiando nella Open, mentre lo scorso anno a Coleraine, in Irlanda, sale sugli scudi sempre nella categoria Open dei Campionati di Europa e Africa. Ma il 2016 non termina così, Giorgia non si accontenta, e conquista la prima posizione nella SuperFinal del Tour Europeo e conclude l’annata con il secondo posto alla Coppa del Mondo di Linyi, Cina, battuta solamente dall’australiana Amber Wing. A corollario di questa straordinaria ed intensa carriera (ma seppur breve) la fuoriclasse di Lezzeno è stata eletta, dal congresso Internazionale di Europa e Africa, per la terza volta come “Atleta dell’Anno” tra le donne della disciplina wakeboard, uno sport acquatico che nasce dalla «fusione» dello sci nautico e dello snowboard.
Gregorio il 2016 ha regalato grandi emozioni e soddisfazioni: lo considera la stagione migliore?

«Lo scorso anno è stata una delle mie miglior stagioni di sempre, che porterò sempre nel cuore, ma non la ritengo la migliore di sempre. Sono comunque contenta dei risultati e non vedo l’ora che riprendano le gare».
Il 2017 si annuncia molto intenso perché ci saranno i campionati Europei, il Mondiale, oltre alla Coppa del Mondo: si sente pronta?

«Sarà una stagione molto dura e difficile, ma sono pronta a tutto. Dalle vacanze natalizie, passate in Australia, ho ripreso a girare. Mi ero fatta male alla caviglia sinistra in Coppa del Mondo e per quello sono rimasta ferma. Adesso le sensazioni sono molto positive e sto consolidando la mia run. Tra poco partirò di nuovo per l’Australia dove parteciperò a due gare».
Quando ha iniziato a fare wakeboard?

«Fin da piccola, da quando avevo 5 anni. Mio zio Piero ha una scuola e quindi per me è stato abbastanza naturale voler provare. Mi sono appassionata fin da subito e da lì ho continuato».
Lei ha girato in tutto il mondo: che differenze nota tra l’Australia, Stati Uniti e il Lago di Como dove lei e gli altri ragazzi della nazionale vi allenate?

«Innanzitutto cambiano le condizioni: in Australia e negli Usa spesso si gareggia nei fiumi, che sono calmi e piatti, mentre il Lago di Como è più “movimentato”. Inoltre in questi paesi il wakeboard è più conosciuto ed accessibile e per questo ha dei costi minori. In questi ultimi anni in Italia le cose, piano piano, stanno cambiando, ma siamo ancora indietro. Infine lì fa più caldo e puoi girare tutto l’anno, mentre da noi solo da marzo ad ottobre».
Fino a quando gareggerà?
«Finché mi divertirò, ma per adesso preferisco non penrarci perché è ancora presto…».
Photo Credits: Andrea Gilardi
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