





Ventiduenne anni, un sorriso stampato sul viso, grinta da vendere e tanta voglia di divertirsi. Basterebbero queste semplici parole a descrivere il presente e il futuro dei tuffi italiani. Elena Bertocchi, classe’94 milanese, lo scorso anno uscita dall’anonimato grazie all’argento europeo nel trampolino da un metro, dopo l’abdicazione di Tania Cagnotto è indicata da tutti gli addetti ai lavori come la sua erede. Da sabato 13 maggio la campionessa meneghina sarà in gara a Torino agli Assoluti per vincere e guadagnarsi il pass per i Mondiali di Budapest, primo step verso Tokyo 2020.
Bertocchi i Mondiali di Budapest sono un obiettivo concreto?

«Sono l’appuntamento più importante della stagione e non voglio mancare: sicuramente andrò per il trampolino da 1m, mentre per i 3m e il sincro misto da 3m punterò a fare una bella gara, così da convincere il ct della nazionale Giorgio Cagnotto».
Le fa piacere essere indicata come l’erede di Tania Cagnotto?

«Mi onora il paragone, ma tutti quanti sappiamo che un’altra Tania non ci sarà mai. O meglio, per ora non c’è ancora: io farò il possibile per avvicinarmi ai suoi risultati».
Quando ha iniziato i tuffi?

«Quando ero piccola frequentavo il corso di nuoto e ogni volta a fine allenamento l’allenatore ci faceva tuffare dal blocchetti di partenza dentro un salvagente: io ero l’unica che ci riusciva con una certa eleganza. Un giorno il mio allenatore di nuoto mi prese per mano e mi portò da mio padre, dicendogli: “Sua figlia diventerà una campionessa di tuffi!”. Da quel giorno ho smesso di frequentare nuoto e ho iniziato a tuffarmi: avevo solo 5 anni, ma mi ero già innamorata di questo sport».
L’argento ottenuto lo scorso anno a Londra nel trampolino 1 metro finora è la medaglia più bella?

«E’ stata un’emozione unica. A livello giovanile ho vinto complessivamente 7 medaglie: 4 ori, 2 argenti e un bronzo, ma nessuna di queste è stata così bella come il secondo posto di Londra, ottenuto al fianco di Tania!».
Allenarsi qui a Milano comporta dei sacrifici?

«Milano dispone di tre piscine per i tuffi, ma nessuna di queste può ospitare gare perché mancano le strutture fondamentali: palestra, trampolini e piattaforme. Diciamo che vanno bene per dei corsi di tuffi, ma se punti alle Olimpiadi ci vuole ben altro. Mi alleno a Milano: d’inverno la mattina in Canottieri che ha solo il trampolino da 1m, mentre il pomeriggio alla piscina Cozzi che ha solo il trampolino da 3m. In estate, invece, sto tutto il giorno in Canottieri perché la scoprono e quindi posso usufruire anche del trampolino da 3 metri. Inoltre facendo parte del progetto Tokyo 2020, mi reco una settimana al mese a Roma per prepararmi insieme agli altri atleti».
Un’ipotetica Milano 2028 migliorerebbe la situazione?

«Certo perché per ospitare le gare dovrebbero per forza costruire una nuova piscina e sarebbe l’occasione giusta per avere finalmente una struttura dedicata».
Photo Credits: profilo Fb Elena Bertocchi.
L’articolo uscito su Mi-Tomorrow.
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