





«Sei tutti i limiti che superi». La frase, tatuata sul braccio sinistro, in ogni momento ricorda a Rachele Somaschini Angelica, la sua migliore amica, che se n’è andata a novembre dopo un trapianto di polmoni. Rachele e altre 8.500 persone in Italia convivo con uno “spettro”, la fibrosi cistica. «Quando sono nata l’aspettativa di vita delle persone con la mia malattia era la metà di quella di oggi – esordisce la 25enne milanese -. Io non avrei dovuto nemmeno superare la maggiore età. La mia fortuna, nella sfortuna, è stata nascere a Milano perché era già obbligatorio lo screening dei neonati: nella fibrosi cistica la diagnosi precoce è un fattore determinante».
Rachele è andata avanti tra le montagne russe: «Ho sempre fatto sport come se fosse una fisioterapia per i polmoni. Però all’inizio mi dicevano: non fare piscina per i batteri, non andare agli acquapark. Ho dovuto fare molte rinunce». La classe’94 di Cusano Milanino non era la classica bambina che giocava con le bambole: «A volte i parenti me le regalavano, ma io mi divertivo solo quando gli tagliavo i capelli. I miei genitori mi conoscevano bene e per questo mi hanno sempre regalato giochi dove era necessario muoversi, in modo da poter allenare i polmoni». I motori sono stati la “folgorazione” e la ragione di tutto: «Mio padre faceva velocità su pista e questa passione l’ho ereditata da lui. Con i motard ho iniziato a 14 anni, ma già a 8 anni mi aveva insegnato a guidare la macchina nel nostro cortile di casa».
A 18 anni la milanese finalmente potè seguire la sua passione: «Una volta presa la patente, e licenza sportiva, ho fatto la mia prima gara all’Autodromo di Monza in coppia con mio papà Luca, dopo essermi studiata il circuito alla Playstation». La campionessa sensibilizza e raccoglie fondi da destinare alla ricerca con il progetto “Correre per un respiro”: «Rispetto a quando sono nata, sono stati fatti molti progressi». I pregiudizi, al volante, non sono mai mancati: «Gli spettatori quando mi vedono alla guida si stupiscono, mentre gli avversari ci sottovalutano sempre; ma sbagliano tutti in partenza…». Nel campionato italiano di rally i giochi sono ancora aperti: «Siamo in lotta per il primo posto, ma per scaramanzia non parlo» conclude.
Photo Credits immagine in evidenza: Rachele Somaschini
L’articolo uscito su La Repubblica-Milano
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