





Sulla carta si annuncia come un’utopia, una sfida impossibile: attraversare i 44 chilometri del Lago Titicaca, il lago navigabile più alto al mondo tra il Perù e la Bolivia. Mai nessuno, infatti, ha avuto la meglio su questo bacino a 3.812 metri di altezza, con una temperatura dell’acqua a 12°gradi.
«Perchè lo faccio? – esordisce Andrea Oriana -. Ho una passione smisurata per il nuoto e mi trovo più a mio agio in acqua che a piedi. Riuscire a portare a termine questa impresa potrebbe aprire nuove frontiere per questo sport».
Solo un altro atleta si cimentò nel Lago Titicaca, una leggenda del nuoto di fondo, che riuscì a nuotare per 3 ore comprendo 13/14 chilometri: «Io voglio arrivare fino in fondo: naturalmente affronterò il lago solo con il costume. Ho il massimo rispetto per chi usa la muta, ma non è il mio modo di nuotare». Le incognite non mancheranno: «L’aria sarà rarefatta: ogni 1.000 metri di altitudine, la capacità polmonare si riduce di 1/8, ma la cosa non mi spaventa». Dopo l’impresa dello scorso settembre sulla Manica, con il nuovo record italiano, il nuotatore lecchese non si sente sazio ed è pronto per questa nuova avvincente sfida, una missione (come lui stesso l’ha definita ndr). Il giorno scelto per la presentazione della sfida, lunedì 12 ottobre, non è stato proprio casuale:
«Coincide con la scoperta dell’America – evidenzia -. E anche io mi sento un po’ un avventuriero che va alla scoperta di qualcosa di nuovo. E’ un privilegio poter affrontare questa avventura, è un onore poter rappresentare Lecco e l’Italia».
Andrea, da sempre affascinato dalla montagna, è rimasto folgorato dalle alte quote ad agosto, quando si è allenato nei 10 laghi alpini in preparazione della traversata della Manica: «Mi sono innamorato della montagna – sottolinea -. A Lecco abbiamo una grande tradizione di alpinisti, per questo voglio “scalarla”, ma nuotando in acqua». Il classe’73 di Gravedona sente l’affetto della “sua” Lecco: «Dopo la Manica, mi sono arrivati tantissimi messaggi di stima – racconta -. E’ bello essere anche un esempio per gli altri». La preparazione avverrà attraverso otto tappe, Andrea Oriana (Covid-19 permettendo) tenterà la sfida a maggio: «E’ il periodo migliore dell’anno perché piove meno – sottolinea -. Penso già verso fine ottobre di andare lì a fare un sopralluogo. Devo vedere le “variabili” perché il lago di Titicaca non è replicabile e per questo motivo ogni posto è unico nel suo genere». Dopo un giro di perlustrazione, il fuoriclasse lecchese tornerà in Italia dove si preparerà sul lago e poi in una piscina in Val Senales che si trova a circa 2.000 metri di altitudine.
«In questo modo mi abituerò alle basse temperature dell’acqua – conclude -. Inoltre sto valutando la possibilità di allenarmi in Sierra Nevada, in Spagna, dove c’è un impianto un po’ più in alto. In inverno, con tutta probabilità, mi allenerò al mare dove la temperatura dell’acqua non è proibitiva. Infine l’idea, poi, è quella di andare sul lago Titicaca un mese prima dell’impresa per acclimatarmi al meglio».
L’articolo uscito su Il Giorno
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